L’intervento del prof. Alberto Asor Rosa sul Manifesto dell’1.10.2008, mi trova perfettamente d’accordo con lui per il tentativo (coraggioso) di porre un problema che nessuno, oggi, o per paura o per infingardaggine, ha il coraggio di mettere in discussione. Vado subito al cuore del problema posto dall’illustre letterato. Il nostro, dichiarando provocatoriamente che l’attuale “regime” berlusconiano è peggiore del regime fascista, pone la domanda più importante: “si può comparare una democrazia (quale che sia) a una dittatura, arrivando alla conclusione che la democrazia è peggiore della dittatura? “
Ognuno di voi può andare a leggere l’intero articolo e verificare le risposte che ha dato Asor Rosa (Link); io da parte mia cerco di dare il mio modesto contributo sostenendo che i termini “democrazia” e “dittatura” oggi hanno assunto definizioni che spesso ne capovolgono il senso, per cui è difficile dare risposte se prima non ci si mette d’accordo sul vero significato dei termini.
Quando si ritiene che la vera essenza di ogni democrazia sta solo ed esclusivamente nel dare (o farsi estorcere) un voto delega che mette tutto nelle mani di qualche politicante affarista e trafficone, oppure nel sentirsi liberi di fare “quello che si vuole dove si vuole e come si vuole”, allora siamo agli antipodi di tutto ciò che filosofi, storici, politici hanno definito nel corso di secoli e secoli di storia. Il concetto di partecipazione, presenza e responsabilizzazione da parte dei cittadini, in una condizione di parità sostanziale, è stato sostituito con l’”utenza” asettica e acritica che assorbe tutto ciò che dai poteri e dai mass media gli viene propinato.
E la dittatura? Qualsiasi situazione o provvedimento che leda gli interessi, anche i più sporchi, di qualche lobby o personaggio, viene additato come sinonimo di “dittatura”, senza il benchè minimo sforzo di andare a capire come sono stati costruiti quei privilegi, quelle fortune. E senza chiedersi mai quali di strumenti può disporre una classe asservita ad un’altra, o uno Stato in pericolo di aggressione economica e militare da parte di un altro Stato, per difendere le proprie conquiste sociali ed economiche.
Con queste premesse diventa., allora, difficile dare la risposta migliore e più esaustiva possibile.
Certamente il fascismo fu una dittatura esecrabile sotto tutti i punti di vista, ma oggi quella democrazia nata dalla Resistenza e dalla sconfitta del fascismo ha subito delle brusche bastonate, tali, a volte, da metterne in discussione lo stesso valore.
Asor Rosa ha lanciato la provocazione: “nessuna dittatura europea del Novecento (e dunque neanche il fascismo) ha fatto dell'interesse privato del leader (e dei suoi accoliti) il fulcro intorno a cui far ruotare l'elaborazione e la promulgazione delle leggi e persino l'esercizio della giustizia”.
L’assunto provocherà qualche discussione, forse risentita, da parte di qualche commentatore. Ma come è difficile dargli torto, se le cose continueranno di questo passo...!